giovedì 3 gennaio 2013

Universal Soldier



Film d’azione e un po’ di fantascienza del 1992, diretto da Roland Emmerich e interpretato dagli ineguagliabili Jean-Claude Van Damme e Dolph Lundgren.

Si inizia subito con il botto, Vietnam, un plotone di soldati americani e qualche autoctono giacciono a terra senza vita, uno dei pochi sopravvissuti si becca una granata in faccia, che fa sempre tanta scena. Il sergente Andrew Scott (Dolph Lundgren), che fa malamente il verso al Colonnello Kurtz, è impazzito e spara a qualsiasi cosa si muova. Ma il soldato Luc Deveraux (Van Damme), forte del senso di giustizia che è proprio degli statunitensi, si nasconde tra le fronde e, per salvare la vita di due poveri Charlie senza colpa, finisce che sfida il sergente in una lotta al testosterone e al quinto minuto di visione i due protagonisti sono già belli che morti, non senza regalarci espressioni di struggimento e sofferenza strazianti, roba che se lasci Sylvester Stallone sul fuoco per un po’, mica ci riesce a fare tutte quelle smorfie. Il giorno seguente arrivano i soccorsi

dell’esercito americano, mettono tutti i cadaveri sotto ghiaccio e li spediscono ad un capannello di scienziati. I soldati più cazzutti vengono trasformati in cyborg e vengono usati contro i terroristi (che giusti questi ‘mmerricani). In apparenza i robot non conservano nessun ricordo della loro vita passata, ma in realtà i nostri due eroi sono un po’ difettati. Segue un attacco terroristico, sventato dai soldati zombie che sfoggiano degli splendidi auricolari, per ricevere gli ordini dalla regia, un po’  come quelli di Ambra ai tempi di “Non è la Rai”. La stampa nel mentre si interroga su chi siano questi super soldati e tra gli altri c’è un’intrepida giornalista, Veronica Roberts. Questa elude la sorveglianza della protettissima base militare e riesce a fare un paio di foto ad un soldato cyborg a caso. Naturalmente viene scoperta. Tenta la fuga. Van Damme, che tre secondi prima era nudo e un po’ rincoglionito, adesso esce fuori armato fino ai denti, cattivissimo e pronto ad uccidere. Ma ecco che vaghi ricordi affiorano alla sua mente di cylone, prende la giornalista per i piedi e insieme entrano in una romantica clandestinità. Nel mentre Lundgren li guarda allontanarsi con odio e riprovazione. La fuga riesce, perché anche se gli americani c’hanno i super soldati, proprio non stanno dietro ad una bionda e ad uno zombie con le scalmane. Van Damme va un po’ in giro nudo per il grande paese, sventolando le sue chiappe e seducendo vecchie tenutarie, tutto questo piace sempre di più a Veronica Roberts. Andrew Scott però non è un fessacchiotto, localizza il soldato Luc Deveraux e la sua nuova amichetta e di nuovo fanno  a chi ce l’ha più lungo. Dopo aver polverizzato un intero motel, dove i due fuggiaschi avevano trovato riparo, questi riescono a scappare di nuovo. E di nuovo inseguimento e di nuovo cose spazzate via. Ulp! Adesso però anche Dolph sta riacquistando la sue memoria e di conseguenza la sua pazzitudine. Rimette al collo la sua sua collana di orecchie di Charlie e mi sa che sono rogne per tutti. Nel momento in cui Van Damme scopre i piaceri del cibo, Dolph lo stana e decide che è tempo di morire. Chi avrà mai la meglio? Solo gli scienziati lo possono sapere. E voi, se guardate il film.


Non avrei mai pensato che una tale pattumata potesse essere nel complesso piacevole, certo i due steroidi addicted sono morti all’inizio del film, ma non è comunque giustificata la loro espressività pari a quella di una foca da circo. I calci volanti del belga si fanno un po’ attendere ma alla fine arrivano, riempiendo i cuori di gioia. Un po’ calci volanti, un po’ espressioni da gigione. La nota negativa è che quando tutto sembra finito, in realtà non è finito proprio per nulla, ma probabilmente è un espediente che tende a caricare ancora di più il super scontro finale di vis tragica. Infine vi dico che la colonna sonora fa correre brividi di raggelo lungo tutta la schiena.

Sappiate comunque che:
  • se avete bisogno di cauterizzare una ferita, basta usare l’accendisigari dell’auto;
  • Van Damme lo fa con i calzini;
  •   l’Arizona è la Basilicata d’America.




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